venerdì 4 giugno 2010

L'utopia platonica




Lo Stato ideale di Platone può essere considerato utopico poichè ha carattere ideale.
Esso si basa sulla teoria dell'anima di ciascuno.
Questo tipo di società potrebbe essere molto efficace e risolutiva riguardo ai problemi interni,ma per crearla dovremmo essere tutti in grado di interpretare la nostra anima.
Saper interpretare l'anima significa essere in grado di giudicarsi,di criticarsi apertamente,per poter trarne beneficio ed essere in grado di migliorarsi e arricchirsi;purtroppo si tratta di un aspetto molto complicato e difficile da raggiungere,solamente coloro che vogliono trovare la verità assoluta riusciranno a raggiungere la pace interiore e troveranno un vero scopo alla loro vita.Nonostante ciò sono d'accordo con il sottoporre ogni individuo un processo di formazione ben strutturato,cioè all'applicazione concreta dei principi desunti attraverso la riflessione,come si usava fare nell'antica Grecia. Solamente quando l'uomo avrà trovato il giusto rapporto fra sapienza e capacità di governare uno Stato,singolarmente e come membro della polis,potrà continuare nella ricerca della verità.
In questo modo solamente chi avesse tenacia ed intelligenza potrebbe aspirare a diventare un capo di Stato e quindi un uomo saggio,uomo abile ad usare concretamente le sue riflessioni teoriche.
I più motivati,che vorranno possedere l'uso del sapere a loro vantaggio,dovrebbero tenere un discorso ben articolato in pubblico e verrebbeo giudicati da una cerchia di persone istruite e addibite a ciò.
In tutto questo processo saranno incluse le donne,in quanto capaci di stare al fianco di un governatore di Stato,per preziosi consigli ed importanti decisioni.
Alla base di un solido Stato,come diceva Platone,ci dev'essere la giustizia,l'ordine dei rapporti umani in funzione del comportamento di una o più persone verso o contro la legge,fondamenta di una civile convivenza.
La popolazione sarebbe coinvolta nelle scelte di vita comune.
A controllare i governatori dovrebbero esserci una sorta di ministri,eletti poichè emersi come uomini saggi,che posseggono l'arte del dialogo e della giustizia,coloro che hanno sempre lottato per imporre dei doveri e dei diritti,alla base di uno Stato efficiente.
Naturalmente i nostri governatori verrebbero approvati e dovrebbero favorire gli interessi di tutti i cittadini e non appena compirebbero ingiustizie l'incarico verrebbe loro tolto.



Anna Parazzoli

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